La casa in questione, una antica casa campidanese in terra cruda ad uso abitazione privata, non presentava superfetazioni o altri interventi recenti che ne avessero messo a rischio i caratteri salienti. Purtroppo, non è stato possibile il recupero delle coperture, molto degradate e di alcuni locali di servizio che erano in fase troppo avanzata di degrado.
Nell’intervento di recupero si sono studiate soluzioni ad hoc per salvaguardare le caratteristiche che l’hanno resa per tanto tempo una seconda pelle per gli abitanti, confortevole e sana, individuando come obiettivi prioritari il mantenimento dei caratteri bioclimatici, ecologici e biocompatibili della costruzione.
Dal punto di vista bioclimatico, è stata riconosciuta la funzione di regolazione del microclima estivo e invernale svolta dal portico; per questo motivo si è deciso di mantenerlo come ambiente aperto.

Esigenze igieniche di aerazione e illuminazione delle stanze del corpo principale dell’abitazione hanno portato alla scelta di inserire alcune finestre a filo di falda nella copertura; tuttavia si è scelto di posizionare le nuove aperture sul lato nord, in modo da limitare l’apporto dell’energia solare all’interno, specie nella stagione estiva, tenendo conto della disposizione dell’edificio in relazione all’andamento del sole nelle diverse stagioni.


Al di sotto del manto di copertura è stata realizzata una camera di ventilazione, soluzione adatta ai climi mediterranei con irraggiamenti importanti, per la riduzione dell’apporto di calore estivo. La copertura ventilata sfrutta un principio di ventilazione naturale che consente all’aria surriscaldata di fuoriuscire dal colmo, richiamando aria più fresca.

Tra gli obiettivi prioritari del progetto rientra il mantenimento della traspirabilità che la casa aveva al momento dell’intervento e che la rendeva una casa viva, che poteva respirare. Tutte le scelte operate sui componenti dell’involucro edilizio sono state fatte in quest’ottica, studiando le stratigrafie di copertura, murature e pavimenti perché rispondessero alle odierne esigenze di isolamento termico, conservando al contempo la capacità di regolare il passaggio di vapore acqueo senza bloccarlo all’interno.
I materiali utilizzati a suo tempo nella costruzione dell’edificio (argilla cruda e cotta, legno, canne, calce) sono materiali ecologici e biocompatibili. L’intervento, anche in questo caso, ha tenuto conto e preservato questa meravigliosa caratteristica. Nella copertura, ricostruita con legno, canne e manto di tegole di recupero, si è scelto di realizzare l’isolamento termico con pannelli di sughero, materiale naturale prodotto localmente, permeabile al vapore acqueo.


Nel sottopavimento si è realizzato un pacchetto multistrato isolante e traspirante composto da argilla, sughero, canapa e calce.


Le murature sono state ricostruite nei tratti mancanti con lo stesso materiale originario, il mattone di terra cruda, intonacate con un ciclo di intonaci traspiranti di pura calce idraulica e tinteggiate con intonaci a base di grassello di calce e pigmenti minerali.



I serramenti uniscono la possibilità di isolare termicamente l’edificio quando occorre, a quella di creare un microcircolo costante di aria con apporto dall’esterno. Il camino tradizionale, posizionato originariamente in un angolo confinante con l’esterno, è stato spostato al centro della zona giorno; le condutture (per l’apporto di aria necessaria al suo funzionamento) sono state fatte passare sottoterra, in questo modo nei periodi caldi si crea una ventilazione naturale che contribuisce al raffrescamento della zona giorno.
In questo intervento di recupero le scelte progettuali attente al contesto, la preferenza per materiali da costruzione compatibili con l’esistente e lo studio personalizzato dei pacchetti edilizi hanno consentito di rendere il progetto aderente agli obiettivi prioritari posti a monte dell’intervento, preservando ed incrementando i caratteri bioclimatici, ecologici e biocompatibili salienti tipici della costruzione.
