Costruite con i materiali locali e naturali, anche dal punto di vista ecologico e della biocompatibilità, le case campidanesi sono campionesse!
Le loro murature portanti venivano erette utilizzando i mattoni di terra cruda lasciati seccare al sole, realizzati sul posto riutilizzando la terra scavata per le sistemazioni del lotto preparatorie alla costruzione, e unendo un po’ di paglia e di sabbia.
Murature con un ottimo grado di isolamento termico, traspiranti e, in più, con la capacità intrinseca dell’argilla di funzionare da regolatore dell’umidità interna e abbattitore di inquinanti. Se abbandonate e non più manutenute, queste murature si sciolgono pian pianino per effetto di pioggia e vento, e tornano terra; cosa puoi immaginare di più ecologico per un edificio?
Le parti più resistenti della costruzione, pilastri, archi, piattabande, piedritti, venivano realizzate con mattoni cotti di produzione locale, così come i coppi, tant’è che si distinguevano da paese a paese per colore e misura e sono ancora oggi riconoscibili per le loro caratteristiche.
L’orditura portante delle coperture era realizzata con i materiali a disposizione, il legno, mentre l’intradosso veniva realizzato con stuoie di canne palustri. I pavimenti più antichi erano di terra battuta, trattati con gli avanzi delle lavorazioni agricole per renderli più resistenti e duraturi, oppure di piccole mattonelle di cotto di produzione locale.
Più di recente si utilizzavano mattonelle di cemento colorato a disegni geometrici o floreali, le “cementine”. Anche gli intonaci venivano eseguiti con malte di argilla o argilla e calce. I serramenti erano di legno con scuri interni per l’oscuramento degli ambienti.
Case composte da terra, cruda e cotta, legno, canne, calce, scarti di lavorazioni agricole, che recuperavano tutto quello che c’era a disposizione: questo sono le case campidanesi, case perfettamente compatibili con la vita e con l’ambiente, realizzate con materiali naturali e a km zero.
